In questo post ti racconterò del mio viaggio a Valencia, una delle città più famose e caratteristiche della bellissima penisola Iberica, ideale per un city break.
Sei pronto? Si comincia!
Perché Valencia? La Spagna è ricca di città importanti sia a livello artistico che a livello culturale, partendo dalle classiche Madrid e Barcellona fino ad arrivare alle meno conosciute Malaga, Saragozza e Alicante.
Il fascino di Valencia risiede nel suo profumo di tradizione e cultura spagnola presente in ogni strada. Questo la rende davvero unica
Ho scelto di fare un city break a Valencia perché la considero un must see della penisola Iberica, sia a livello culinario sia a livello di atmosfera tipica spagnola.
Forse delle prime 3 città spagnole è la meno globalizzata e mantiene le tipiche caratteristiche mediterranee delle città iberiche.
Giorno 1
Il passo dai monumenti a Taco Bell è davvero breve
Appena arrivati in città, parlando con il nostro tassista (rigorosamente in uno spagnolo fluidissimo, forse) ci è stato fatto notare come la città non sia particolarmente grande e i prezzi dei taxi permettono di muoversi tranquillamente da una zona all’altra senza vendere nessun organo vitale.
Considerando che il soggiorno non sarebbe stato particolarmente lungo ci siamo organizzati in modo da vedere le cose più importanti senza perdere tempo.
L’appartamento in cui abbiamo soggiornato era in una posizione centrale, il che ci ha permesso di muoverci in totale autonomia.
Il primo pomeriggio/sera abbiamo fatto un giro perlustrativo molto easy in cui abbiamo visto Plaza de Toros, la Estaciò del Nord e Placa de l’Ajuntament. Nel tardo pomeriggio/sera gli edifici vengono illuminati ed è un vero spettacolo passare per le vie e ammirare la città nelle ore più belle della giornata.
La cena della prima sera l’abbiamo spezzata in due manches: sotto consiglio del nostro amato taxista abbiamo fatto un aperitivo in un locale tipico in cui servono tapas a dir poco deliziose: Taberna Antonio Manuel.
Probabilmente questo Antonio Manuel mette la droga all’interno delle sue patatas brava e croquetas perché si fa fatica a smettere di ordinarne ancora (seriamente, se non avete un minimo di amor proprio per la vostra dieta siete rovinati).
La seconda parte della cena l’abbiamo passata da Taco Bell, un fast food che ovviamente in italia non abbiamo.
Ok, non sarà un ristorante tipico spagnolo, però provate le tacos in questo posto e poi ne riparliamo.
Giorno 2:
Mi sono innamorato della Paella
Una delle attrazioni più famose di Valencia è sicuramente il Mercado Central.
Si trova in una zona centrale, quindi è facilmente raggiungibile a piedi, in bici/scooter/taxi/astronave.
Cosa ci trovi dentro? Cibo. Buono. Buonissimo.
Ad ogni angolo del mercato sono presenti banchi in cui si possono degustare prodotti tipici, dal prosciutto crudo, o meglio Jamon Serrano, Patanegra e via dicendo, alle empanadas, e puntillas.
Non è particolarmente grande, lo si può visitare tranquillamente in un’ora con molta calma. Ovviamente è un luogo affolato per definizione, ma niente in confronto alla Boqueria di Barcellona.
Dopo la visita al mercato, ci siamo dati alla cultura e abbiamo visitato la Catedral de Valencia, a Plaza de la Virgen, al Palacio de la Generalitat e alla Lonja de la Seda.
Queste sono le principali attrazioni da vedere, sono tutte e quattro molto belle e curate, con pochi euro e la tessera studenti per eventuali sconti, si può accedere e visitare il loro interno ben curato (a differenza di molte attrazioni in italia che nonostante siano mille volte più belle risultano meno curate. Dio da il pane a chi non ha i denti, ma questo è un altro discorso).
Siccome la Paella è il piatto per eccellenza di Valencia, non ho potuto fare a meno di mangiarne una quantità illegale.
Piccolo appunto:a differenza di quanto pensassi fino a 5 minuti prima del mio arrivo in città, la vera Paella alla Valenciana è fatta con riso, verdure, pollo e coniglio e non con crostacei e molluschi.
Dopo una breve ricerca di un posto dove sfamarci, abbiamo deciso di pranzare a “el Pizco de Sal”. Locale centrale, forse un po’ più turistico rispetto a quello della sera prima e del giorno dopo, ma piatti tipici molto buoni nel complesso.
Il pomeriggio l’abbiamo passato a girare per il centro e per negozi.
Nelle grandi catene spagnole come Zara, Bershka, Pull&Bear prezzi sono più bassi rispetto all’Italia (non ho mai capito perché, ma la notte dormo lo stesso), di conseguenza si possono trovare cose belle a prezzi contenuti fino alle 21.30 di sera circa.
Esatto, perchè a differenza che in Italia, li i negozi aprono/chiudono dopo, e questa cosa è bella perchè girando la sera c’è molta vita, e se ti viene voglia di shopping compulsivo dopo una cena a base di paella sei ancora in tempo per soddisfare i tuoi bisogni psichici (discutibili).
La sera abbiamo cenato nuovamente da Antonio Manuel, in quanto il ristorante in cui avevamo in mente di mangiare era chiuso ed eravamo troppo provati fisicamente per cercarne altri.
Abbiamo cenato con altri prodotti tipici, dalla birra del posto ai puntadillos, riconfermando l’amore incondizionato per le croquetas e le patatas brava.
Giorno 3
L’acquario più grande d’Europa
Il terzo ed ultimo giorno è stato dedicato alla visita dell’attrazione turistica più famosa di Valencia, l’Oceanografico.
Trovandosi in una zona periferica rispetto al centro, per raggiungerlo abbiamo usufruito della metro, per poi fare l’ultimo pezzo a piedi. I più pigri possono prendere il taxi, spendendo circa 10 euro dal centro.
La particolarità dell’Oceanografico è data dalla presenza di un itinerario illustrato ad inizio percorso dal personale, che permette di ammirare tutte le diverse specie di animali presenti. Non essendo tutto al coperto, è possibile osservare animali come pinguini, foche e molto altro anche dalle vasche esterne.
L’organizzazione della struttura è impeccabile, il prezzo del biglietto si aggira intorno ai 30 euro, comprensivo di spettacolo dei delfini. Lo spettacolo si tiene all’interno di una piscina con gradinate dedicata, dura circa 20-25 minuti e viene fatto ad orari prestabiliti in modo da facilitare l’affluenza.
Per nostra fortuna, quel giorno non era affollato, e ciò ci ha permesso di gustarcelo alla grande. Senza dubbio è un’esperienza da non perdere.
Dopo aver visitato l’Oceanografico, ci siamo diretti verso la Playa de la Malvarrosa, in cerca di un posto in cui mangiare.
Abbiamo pranzato a Casa Isabel, un bellissimo ristorante letteralmente sul mare, che ci ha servito croquetas di patate/verdure, fritto misto e Paella fino a sentirsi male.
La passeggiata lungo la spiaggia è molto suggestiva, ideale per smaltire i 20 kg di paella appena mangiati.
Dopo pranzo abbiamo visitato la Ciutat de les Arts i les Ciènces. Si tratta di un complesso di edifici all’interno dei quali sono presenti esposizioni e dimostrazioni scientifiche.
Se si decide di visitarla, bisogna farlo senza grosse pretese. Infatti, all’interno non è nulla di particolare, forse più adatto ai bambini che si divertono a fare i giochi interattivi, ma dopo un po’ rompono le palle.
In conclusione
Questo city break a Valencia si è rivelato all’altezza delle aspettative. In 3 giorni siamo riusciti a visitare tutto ciò che di più importante c’era da vedere. Abbiamo mangiato paella fino a sentirci male e abbiamo visitato tutti gli angoli della città.
Se avete intenzione di fare un city break all’interno della comunità europea considerate assolutamente la città di Valencia, non rimarrete delusi!
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